La storia ci insegna che le “prime volte” hanno per noi italiani sempre un gusto molto particolare.
Nelle culture anglosassoni, per “prima volta” non si intende necessariamente il primo rapporto sessuale.
In quelle al di là degli oceani, addirittura, ancor meno.
Da noi, che siamo i padri della cultura e del sapere, che forse più di ogni altro popolo abbiamo avuto modo di esperire le varie attività, frutto di una mente sempre proiettata all’ideare, “prima volta” è ahimè espressione cara agli amanti del pettegolezzo che vogliono sviscerare tutti i dettagli di quello che per ognuno di noi è stato più o meno il primo rapporto sessuale.
Come avrete intuito da qualche commento sul nostro forum, più si sta avvicinando la nascita della nostra bimba, e più mi terrorizza l’idea di darle un’origine così affascinante per tutti i motivi per cui l’Italia è amata nel mondo, ma anche tanto bieca per tutto ciò che consegue da una ormai imperante sottocultura, che si estende dall’alto delle amministrazioni pubbliche, alle istituzioni, alle attività sportive, ai padri di famiglia (tralasciando un oceano di altre situazioni tipo).
E quindi, in questo editoriale, vorrei dare alla “prima volta” dei connotati ben diversi da quelli che normalmente si sentono spifferare in un ritrovo tra uomini o dalla parrucchiera. La “prima volta” oggi in esame è quella del GoGo: dunque non la sua prima “impollinata” risalente a chissà quando, bensì la sua prima entrata nel Royal Box dei vincitori, grazie alla sua marcia trionfale 2013-2014!
Scrivere un editoriale dopo più di tre mesi dall’evento, è di per sé una “prima volta”.
Solitamente, quando si stendevano due righe di questi tempi, era sempre per salutare la stagione entrante e soprattutto “maliziare” sui mesi che ci attendevano stilando liste di speranzosi, derelitti, già sconfitti in partenza e baldanzosi campioni in carica.
In un paio di stagioni ci siamo anche abbondantemente soffermati sulla stirpe Giovannelli che da quel lontano matrimonio alla chetichella al tramonto di Key West, si è già grandemente allungata con ben due meravigliosi eredi.
Quest’anno, l’editoriale di fine agosto è un testo celebrativo. Un “de bello gallico” moderno in cui nelle vesti di Giulio Cesare figura il condottiero GoGo e nei panni di guerrieri e luogotenenti, i vari Immobile, Florenzi, Candreva e Gonzalo Rodriguez.
Ma ahimè, c’è davvero poco da dire sulla stagione chiusa 3 mesi fa.
Un dominio del genere c’è stato in pochissime edizioni. E ad oggi, freschi di un’estate in calando 2014, con i Fantacalci alle spalle che iniziano a diventare la rispettabile cifra di 6, si può parlare di stagione unica.
Mi perdonerà il GoGo se non annovero anche gli altri importanti risultati che è riuscito ad ottenere in termini di record; ricordo che nel suo comprensibile delirio post victoriam, riportava non so quanti dati alla mano con record ecc…
Quel che ricordo con certezza è che di mano gli è sfuggito il triplete (ancora nessuno è riuscito nell’impresa). Fede ha immesso così il suo nome, ancora arcisconosciuto agli addetti alle targhe, nella hall of fame di chi qualcosa ha stretto, portandogli via la Supercoppa finale.
A dire il vero, in questo rendez vous, personalmente ho trovato un po’ di cause nella giustizia divina che gli ha voluto togliere la Coppa dopo la vittoria senza avversario dello scorso anno, e cause anche un po’ di quella grinta del Gigi Team che incarna perfettamente la determinazione del suo Presidente, quando a calcetto spinge, strattona e sgomita verso sinistra per liberare il bolide e sparare verso la porta.
A dire il vero non ricordo nulla della Coppa di Lega. Mi pare proprio l’abbia vinta Fede che dal canto suo, si porta a casa ben 2 trofei e lascia il ramingo Jacopo, solo in fondo al pozzo, ad urlare aiuto verso qualche scelta fortunata di mercato che lo tiri su, consentendogli di mettere peso su una mensola di trofei, ancora impolverata ma soprattutto di una leggerezza imbarazzante.
Ma veniamo al Campionato, che storicamente è il percorso più nobile.
La vittoria del GoGo si può rinvenire fin da un anno fa, quando alle porte dell’asta (4/6 in via Nievo e 2/6 sul marchingegno elettronico), mi propose uno scambio in cui avrei dovuto passargli Maggio, da poco riconosciuto dalla Gazzetta come difensore, insieme a qualcuno altro di scarso rilievo, al posto di Immobile e un altro suo attaccante che non ricordo.
Il “terrunciello” a me è sempre piaciuto, e il GoGo consapevole di questo debole aveva provato la mossa last minute. Ma un po’ per pigrizia e tanto per atteggiamento tradizionalista, ho lasciato che le carte rimanessero al loro posto.
Il GoGo si è trovato da subito il bomber granata che girava a 1000. E l’ha continuato a fare per tutta la stagione, rendendo il distacco di giugno, con la firma a Dortmund, a dir poco dilaniante.
Ma se di Immobile è tutta la stagione che parliamo, in quella ventina di ragazzetti presi a due lire del GoGo, c’è stato fior fiore di perle.
L’ex Livorno Candreva, unico decente soldatino di Prandelli in Brasile, paradossalmente da quando Hernanes ha lasciato la capitale, ha aumentato vertiginosamente il volume della radio, e si è perfezionato come giocatore totale come pochi in Europa.
I gol al GoGo sono arrivati un po’ da tutti. Addirittura, con la falcidie di Rossi e Gomez, Gonzalo Rodriguez ha continuato a calcicchiare qualche rigore, oltre a buttarla dentro con qualche inzuccata su calcio da fermo.
Il portiere, poi, è stato qualcosa di davvero incredibile. La scelta ricaduta sul veterano De Sanctis sembrava un po’ un rischio da crollo alla 5’ giornata. Il nuovo coach, la difesa senza esperienza internazionale e nuova di zecca…
Quello che raccontano gli almanacchi della stagione conclusa 3 mesi fa è noto un po’ a tutti, e se la Roma, almeno fino allo scontro della Befana con la Juve era a braccetto coi bianconeri come papabile per la vittoria finale, è stato moltissimo grazie al barbuto chietino, ciliegina sulla torta di una Macumba infernale.
La stagione non è stata per tutti positiva. Il Gianni, solito frequentatore delle parti alte della classifica, si è pur sempre giocato un’onorevolissima finale, persa senza appello. Fede, come abbiamo detto si è portato a casa più titoli di tutti. I fornelli moderni, non all’altezza dei loro lontani predecessori si son presi una pausa quasi vergognosa, e l’americano, invece, stavolta ha davvero fatto flop.
Il suo attacco non era affatto male. A Balotelli si può dire che è antipatico o montato, ma non di certo che non sa giocare a pallone. Di Natale veniva pur sempre da una stagione superiore e il resto della squadra doveva aggrapparsi a queste due certezze.
Il suddetto “resto” è stato a dir poco anonimo, e le due certezze, hanno sentenziato così: Di Natale è ormai troppo in là con l’anagrafe per sostenere ancora con continuità i balzi e le traiettorie che l’hanno consacrato. Balotelli, invece, se n’è tornato in Premier con il quasi plebiscitario saluto dei tifosi del calcio italiano: “Grazie e a non rivederci!!!”
Jacopo lasciamolo stare in fondo al pozzo.
Già sul forum stanno comparendo frasi che fino allo scorso anno avrei preso come tentativi di mettere mani avanti per eventuali insuccessi.
Oggi, paiono più previsioni (a dire il vero nemmeno troppo difficili) sul primo semestre di Fantacalcio.
Certo che se Vidal se ne andasse, con il blocco juventino orfano del trapianto di Conte, rischierebbe di partire decisamente ad handicap.
Ma non si può mai dire.
Chi avrebbe detto che il GoGo sarebbe salito sul trono dei vincitori, qualche tempo fa?
A parte lui e i suoi tifosi sparsi qua e là tra Bibbona, via Nievo e il Prato della Valle, penso che qualsiasi addetto ai lavori avrebbe dato una sua vittoria 500 a 1! Più o meno come i bookmakers quotavano a maggio la vittoria ai Mondiali dell’Iran…
Aspettiamoci dunque per domenica prossima un’asta all’insegna dello svisceramento dei record che ha stabilito nella passata stagione, insieme ad un lavaggio del cervello condito di numeri e contronumeri per partire già con avversari influenzati negativamente in fase d’asta.
Stavolta, forse, se qualcuno avvertirà tagli alle gambe dopo un’oretta scarsa dalla prima chiamata, non sarà più a causa del sempreverde (e mi auguro sempre presente) “mirto del Neri”, bensì del tambureggiante delirio trionfale del GoGo.
Ma come si dice, quando uno vince, ha ragione lui. Sempre.
Chapeau!!!